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Colloquio di lavoro: come affrontare ansia, comunicazione ed empatia per avere successo

Redazione

Ansia da prestazione e timore del rifiuto

Uno dei principali ostacoli psicologici nell’affrontare un colloquio di lavoro è l’ansia da prestazione. Questa può manifestarsi attraverso sintomi fisici come battito cardiaco accelerato, sudorazione e tensione muscolare, ma anche attraverso pensieri negativi e la paura di non essere all’altezza. Dal punto di vista psicoanalitico, il colloquio può essere vissuto come un “esame di valore”, in cui il candidato teme il rifiuto perché lo associa a un fallimento personale.

È importante ricordare che il rifiuto non è un giudizio definitivo sulla propria persona, ma spesso il risultato di un incastro tra le esigenze dell’azienda e quelle del candidato. La mancata selezione non sempre indica una mancanza di competenze, ma può dipendere da fattori esterni e contingenti.

Come gestire l’ansia da prestazione

Per affrontare l’ansia da prestazione durante un colloquio di lavoro, è utile:

  • lavorare sulla preparazione: informarsi sull’azienda, simulare domande e risposte per ridurre l’incertezza e aumentare la sicurezza;
  • gestire il respiro e il corpo: praticare tecniche di rilassamento, respirazione profonda e mantenere una postura aperta per trasmettere sicurezza e ridurre la tensione;
  • ristrutturare i pensieri: sostituire il pensiero “devo essere perfetto” con “farò del mio meglio, ma non tutto dipende da me”.

L’importanza dell’empatia nel colloquio di lavoro

Il colloquio non è solo un’occasione per dimostrare competenze tecniche, ma anche per creare una connessione con il recruiter. Qui entra in gioco l’empatia, ovvero la capacità di sintonizzarsi con l’interlocutore, comprendere il suo punto di vista e rispondere in modo adeguato.

Dal punto di vista psicologico, l’empatia è una componente fondamentale dell’intelligenza emotiva, che consente di riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui. Mostrare interesse sincero, ascoltare attivamente e rispondere coerentemente al contesto può fare la differenza nel risultato del colloquio.

Comunicazione non verbale: il linguaggio del corpo che conta

La comunicazione non verbale ha un impatto significativo sulla percezione che il recruiter ha di noi. Per questo motivo, è importante:

  • mantenere un contatto visivo senza risultare invadenti;
  • adottare una postura aperta e rilassata, evitando gesti chiusi come incrociare le braccia;
  • regolare il tono di voce, parlando con calma e sicurezza.

Questi accorgimenti aiutano a trasmettere sicurezza, apertura e professionalità, aumentando le probabilità di successo.

Affrontare un colloquio di lavoro con la giusta preparazione, gestendo ansia e paura del rifiuto, e curando empatia e comunicazione non verbale, è fondamentale per presentarsi al meglio. Ricorda che il colloquio è un momento di scambio e conoscenza reciproca, non solo una prova da superare.

Preparati, rilassati e sii autentico: il successo è a portata di mano!

Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.
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