La figlia unica di Guadalupe Nettel narra la storia intrecciata di tre donne: Laura e Alina, amiche da vent’anni tornate in Messico dopo Parigi, e Doris, vicina di Laura. Alina rimane incinta di Inés, ma un’ecografia rivela una malformazione grave che mette a rischio la sopravvivenza della bambina, innescando un processo doloroso di accettazione per lei e Aurelio. Laura osserva i dilemmi dell’amica, riflettendo sulle logiche imprevedibili dell’amore, mentre Doris gestisce da sola un figlio adorabile ma ingestibile.
Il parassitismo di cova come metafora familiare
L’autrice usa il parassitismo di cova del cuculo – uova deposte in nidi altrui imitando canti per ingannare i genitori adottivi – come allegoria potente delle famiglie moderne. Esplora forme non tradizionali di maternità: rifiutata (Laura si lega le tube), desiderata ma tragica (Alina), subita (Doris). Questo stratagemma simboleggia cura, legami affettivi e prendersi cura oltre i vincoli biologici.
Temi centrali: maternità e legami femminili
Il romanzo indaga maternità come imposizione sociale, infertilità, aborto, depressione post-parto e scelte radicali contro la procreazione. Le protagoniste confrontano tabù, fragilità e cambiamenti: calma e sgomento si alternano tra amore abissale, impotenza e scoperta di ruoli alternativi come tate o balie. È un ritratto corale di donne che ridefiniscono famiglia e identità.
Stile e impatto emotivo
Scritto con semplicità apparente ma profondità drammatica, il libro tocca senza fronzoli, mescolando delicatezza e potenza. In poco più di 200 pagine racchiude il mondo contemporaneo scomodo: “La maternità è un’avventura per stomaci forti”, nota Nettel, evidenziando gioia sconcertante e vulnerabilità.
Perché leggere “La figlia unica”
Un’opera consigliata per chi cerca riflessioni su amore illogico, delusioni e famiglie fluide. Trasforma il mostruoso in meraviglioso, invitando a desacralizzare modelli tradizionali e abbracciare scelte personali.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.