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Bullismo a scuola

Redazione

Il bullismo a scuola è un fenomeno diffuso e preoccupante che ha un impatto profondo sul benessere psicologico e sociale degli studenti coinvolti. A lungo sottovalutato, oggi questo problema è sempre più presente nel dibattito educativo grazie a iniziative, incontri e giornate dedicate a promuovere la sensibilizzazione e la prevenzione.

Che cos’è il bullismo a scuola e perché è un problema serio

Il bullismo si manifesta attraverso comportamenti aggressivi e ripetuti volti a umiliare, isolare o danneggiare un compagno. Può essere fisico (spinte, botte), verbale (insulti, minacce), sociale (esclusione, isolamento) e digitale, con il cosiddetto cyberbullismo che amplifica il fenomeno attraverso i social media e gli strumenti digitali usati quotidianamente dagli studenti.

Gli effetti del bullismo sono devastanti e spesso persistono nel tempo, causando ansia, depressione, bassa autostima e difficoltà relazionali. È fondamentale intervenire tempestivamente per proteggere le vittime e favorire un ambiente di crescita positivo.

Dati recenti sul bullismo a scuola in Italia

Secondo dati aggiornati al 2025, circa il 15% degli adolescenti italiani ha subito episodi di bullismo o cyberbullismo almeno una volta, con un’incidenza maggiore tra i più giovani e nelle scuole. Il 66% degli episodi avviene proprio nel contesto scolastico, rendendo le aule uno spazio cruciale dove prevenire e intervenire.

Le differenze territoriali sono evidenti: le regioni del Nord presentano percentuali di bullismo più elevate rispetto al Sud. Inoltre, i ragazzi stranieri sono più frequentemente vittime di esclusioni e comportamenti offensivi. Le fasce d’età più colpite oscillano tra gli 11 e i 13 anni, con un impatto significativo anche su ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 19 anni.

Come si presenta il bullismo a scuola: forme varie e impatto emotivo

Il bullismo può manifestarsi sia offline sia online, e spesso le due dimensioni si intrecciano. Questo rende ancora più urgente la necessità di un approccio integrato che coinvolga scuole, famiglie e professionisti della salute mentale.

Le vittime possono sperimentare isolamento sociale, umiliazioni pubbliche e persino traumi psicologici. Dall’altra parte, anche chi esercita questi comportamenti spesso nasconde disagi profondi come insicurezza, traumi famigliari o difficoltà emotive che devono essere affrontati per fermare il circolo vizioso della violenza.

Strategie di intervento e prevenzione

Per combattere efficacemente il bullismo a scuola, è fondamentale:

  • Sostenere psicologicamente le vittime, offrendo uno spazio sicuro per esprimere emozioni, migliorare l’autostima e sviluppare strategie di coping.
  • Intervenire sugli aggressori con terapie mirate, spesso di tipo cognitivo-comportamentale, per modificare atteggiamenti scorretti e favorire comportamenti sociali adeguati.
  • Promuovere programmi educativi in aula che incoraggino empatia, rispetto e relazioni positive attraverso workshop, dibattiti e attività formative.
  • Creare un ambiente scolastico sicuro tramite la collaborazione tra insegnanti, educatori e psicologi per monitorare e intervenire tempestivamente.
  • Coinvolgere le famiglie, fondamentali per riconoscere segnali precoci e consolidare un clima di dialogo e supporto a casa.

Il ruolo della psicologia nel contrasto al bullismo

La psicologia gioca un ruolo chiave nell’individuare modalità di intervento efficaci e nel promuovere una cultura scolastica basata sul rispetto e sull’inclusione. La presenza di psicologi nelle scuole, insieme a educatori formati, dimostra la sua efficacia nel ridurre la frequenza e la gravità degli episodi di bullismo.

Il lavoro con tutte le parti coinvolte favorisce un cambiamento profondo nelle dinamiche relazionali e aiuta gli studenti a sentirsi più sicuri e valorizzati.

Il bullismo a scuola è una sfida sociale che richiede impegno condiviso da parte di istituzioni scolastiche, famiglie e operatori della salute mentale. Solo attraverso un approccio integrato, attento e tempestivo è possibile ridurre l’incidenza del fenomeno e costruire scuole più sicure e inclusive, capaci di tutelare il benessere psicologico di tutti i giovani.

Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.
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