Il termine gaslighting deriva dal film del 1944 Gaslight, in cui un uomo manipola lentamente e consapevolmente la moglie, portandola a dubitare della propria sanità mentale. Oggi, in psicologia, il gaslighting descrive una forma di abuso emotivo subdolo basato sulla sistematica distorsione della realtà. Il manipolatore nega fatti evidenti, contraddice i ricordi della vittima e minimizza le sue esperienze dolorose, con l’intento di farle perdere fiducia nel proprio giudizio e nella propria percezione.
Cosa significa davvero gaslighting?
Il gaslighting non è una semplice bugia occasionale, né una manipolazione isolata. È un vero e proprio disegno relazionale e psicologico finalizzato al controllo mentale dell’altro. Può manifestarsi in molteplici contesti: dalle relazioni di coppia e famiglia alle dinamiche lavorative, fino alla comunicazione politica e mediatica.
L’obiettivo è creare un processo progressivo di disorientamento, in cui la vittima, attraverso continui piccoli attacchi alla sua realtà, arriva a dubitare di sé stessa, del proprio valore, ed è portata a dipendere psicologicamente dal manipolatore.
Le caratteristiche principali del gaslighting
Alcune dinamiche si ripetono spesso nel gaslighting, rendendo questa forma di abuso particolarmente subdola:
- Negazione persistente della realtà: il manipolatore rifiuta fatti evidenti (“Non è mai successo”, “Te lo sei inventato”).
- Svalutazione emotiva: le emozioni legittime vengono ridicolizzate o minimizzate (“Sei troppo sensibile”, “Stai esagerando”).
- Confusione comunicativa: messaggi contraddittori e ambigui creano incertezza e instabilità.
- Proiezione della colpa: ogni problema viene attribuito alla vittima, che si sente in difetto.
- Isolamento psicologico: la vittima si isola da amici e familiari per paura di essere giudicata o fraintesa.
Le fasi del gaslighting: dalla seduzione al controllo
Il gaslighting spesso segue un percorso in tre fasi:
- Seduzione: il manipolatore appare empatico, affascinante e comprensivo, guadagnando la fiducia della vittima.
- Destabilizzazione: iniziano i piccoli attacchi continui alle convinzioni e all’autostima della vittima, che inizia a dubitare di sé.
- Controllo: la vittima diventa dipendente dal manipolatore per definire la sua realtà, perdendo il proprio orientamento e la fiducia nei propri giudizi.
Gaslighting: una violenza psicologica difficile da riconoscere
Il gaslighting è una forma di abuso mentale e psicologico sofisticata, spesso nascosta dietro la quotidianità e difficile da individuare. La vittima, a causa della manipolazione sistematica, si trova progressivamente privata della propria autonomia emotiva e decisionale.
Come difendersi e chiedere aiuto
Riconoscere i segnali del gaslighting è il primo passo fondamentale per uscire da questa spirale. Cercare supporto da professionisti della salute mentale, come psicologi o terapeuti, può aiutare a ricostruire l’autostima e il senso critico. Creare una rete di supporto con amici e familiari è altrettanto importante per contrastare l’isolamento.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.