Cos’è l’effetto trigger in psicologia
L’effetto trigger è un fenomeno psicologico in cui uno stimolo esterno, anche apparentemente innocuo, riporta alla mente un evento traumatico vissuto in passato. Questo stimolo, definito appunto trigger (termine inglese che significa “grilletto”), agisce come fattore scatenante che provoca una forte reazione emotiva e fisica, simile a un colpo di pistola che fa esplodere un ricordo doloroso. È un’esperienza tipica di chi soffre di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), condizione che mantiene attivo il trauma nella memoria.
Quali sono gli stimoli trigger
Gli stimoli possono essere di vario tipo: sensoriali (odori, suoni, immagini, sapori, sensazioni tattili), situazionali (luoghi, persone, oggetti, date), emotivi o cognitivi (pensieri, parole, sentimenti). Essi possono comparire nella vita quotidiana, nei media o sui social, rendendo la persona vulnerabile e incline a isolarsi o a evitare situazioni potenzialmente pericolose.
Reazioni del corpo e della mente all’effetto trigger
Quando attivato, il trigger scatena nel cervello e nel corpo una risposta di lotta o fuga, con reazioni fisiche come aumento della frequenza cardiaca, pressione sanguigna, respirazione, sudorazione e tensione muscolare. Emozioni intense quali paura, panico, rabbia, tristezza, vergogna e senso di impotenza emergono. Dal punto di vista cognitivo possono verificarsi flashback, pensieri catastrofici, difficoltà di concentrazione, confusione, dissociazione e perdita di contatto con la realtà.
Come affrontare e gestire l’effetto trigger
L’effetto trigger può influenzare profondamente la qualità della vita; per questo è importante cercare un aiuto professionale come psicologi o psicoterapeuti. Le terapie più efficaci includono:
- terapia cognitivo-comportamentale, che modifica pensieri e comportamenti disfunzionali legati al trauma.
- La terapia di esposizione, che affronta in modo controllato gli stimoli scatenanti per desensibilizzarli.
- La terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che facilita l’elaborazione del trauma attraverso movimenti oculari guidati.
Strategie complementari per il benessere
Oltre al trattamento clinico, è essenziale riconoscere i propri trigger e monitorare le reazioni tenendo un diario. Costruire una rete di supporto sociale con persone di fiducia aiuta a condividere esperienze e ridurre l’isolamento. Tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, meditazione, yoga e training autogeno possono calmare il sistema nervoso e alleviare l’ansia. Anche un’attività fisica regolare, una dieta equilibrata e un sonno adeguato sono fondamentali per mantenere l’equilibrio emotivo.
L’importanza di prendersi cura di sé
Superare il trauma implica accettare le proprie emozioni e non sentirsi soli o in colpa. Prendersi cura di sé, sia del corpo che della mente, rappresenta il primo passo per ritrovare serenità e benessere duraturo.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.