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Povere creature, un’analisi psicologica

Redazione

“Povere creature” di Yorgos Lanthimos è un viaggio archetipico di emancipazione femminile, spesso letto come manifesto femminista, ma che va oltre: esplora l’individuazione della coscienza dal mondo inconscio, ispirandosi a Erich Neumann. La protagonista Bella Baxter, “rinata” da un esperimento del dottor Godwin Baxter, incarna il percorso esistenziale del femminile separato dalla Grande Madre primordiale.

La coscienza e il viaggio dell’eroe

La coscienza emerge dall’inconscio attraverso tappe di differenziazione, come descritto da Neumann. Bella inizia con una scoperta infantile del sesso come piacere, passa a un uso utilitaristico (prostituzione per denaro) e culmina nell’amore autentico. Questo “viaggio dell’eroe” affronta l’Ombra – il meretricio – risvegliando un corpo “morto” tramite Eros, essenziale per l’esistenza.

Fisicità e incontro con l’altro

Il tatto corporeo modella la psiche fin dalla nascita (Gallese, Peciccia). Bella vive il sesso meccanicamente, bloccando l’integrazione psichica. La Maitresse, figura di Grande Madre positiva, le insegna l’autenticità; né l’amante donnaiolo Duncan né il cinico Harry bastano. Il confronto finale con l’ex marito (Animus negativo, megalomane) vede Bella trionfare, aiutata da Max (Animus positivo) e alleati “inconsci” (di colore, simboleggianti l’estraneità jungiana).

Temi archetipici: non solo femminismo

Oltre all’emancipazione femminile, il film affronta violenza, potere e crescita: lotta col drago divorante, contrappassi contro l’oppressore (Bella anestetizza e lobotomizza l’ex). La fotografia onirica eleva l’opera oltre la realtà politica.

Lezioni per la salute mentale

Come clinici, il film rammenta di non evitare peripezie ai pazienti: esperienze “orrifiche” (Duncan, Harry, Generale) rivelano vie d’uscita. Joanne Greenberg notava: non si promette un “giardino di rose”. Siamo tutti “povere creature”, fragili nel cammino verso l’autenticità.

Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.
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