Il libro delle emozioni di Umberto Galimberti (Feltrinelli, 2021) è un viaggio filosofico e psicologico nel labirinto delle emozioni umane, dalla Grecia antica alla società ipertecnologica. Analizzando il rapporto tra razionalità e sentimento, l’autore offre strumenti per ritrovare il proprio spazio intimo in un’epoca dominata dalla spettacolarizzazione emotiva.
Differenza tra emozioni e sentimenti
Galimberti chiarisce fin dall’inizio la distinzione cruciale tra emozioni e sentimenti:
- Emozioni: reazioni fisiche e cognitive istintive, universali e temporanee, scatenate da stimoli esterni (es. paura di un serpente)1.
- Sentimenti: costruzioni mentali apprese attraverso l’esperienza, durature e uniche per ogni individuo.
Questa differenza spiega perché due persone possano trasformare la stessa emozione in sentimenti opposti, a seconda del contesto e del vissuto personale2.
Il dualismo mente-cuore: da Platone all’era digitale
L’autore ripercorre l’evoluzione del rapporto tra razionalità ed emozioni:
- Preistoria: gli antenati agivano guidati dal “cuore”, con decisioni rapide dettate da paura o desiderio, come gli animali3.
- Platone: introduce il primato della mente razionale sulle passioni, influenzando il pensiero occidentale per secoli4.
- Oggi: l’informatica ha stravolto la percezione emotiva, trasformando le emozioni in “merci” esposte sui social media5.
Trappole della società contemporanea
Galimberti identifica tre rischi principali per la salute emotiva moderna:
- Commodificazione delle emozioni: la ricerca di visibilità trasforma i vissuti intimi in contenuti da esibire, svuotandoli di autenticità6.
- Regressione linguistica: l’uso di emoji sostituisce il lessico emotivo, riducendo la capacità di articolare i sentimenti (paragonata ai disegni rupestri)7.
- Passività cognitiva: la preferenza per film e social media rispetto alla lettura impoverisce il pensiero critico e l’empatia8.
Nativi digitali: un’emergenza educativa
Il libro lancia un allarme sulla formazione emotiva delle nuove generazioni:
- Scuola inadeguata: incapace di educare l’“apparato sentimentale” dei ragazzi, sempre più connessi ma emotivamente isolati.
- Soluzioni proposte:
- Valorizzare la letteratura come “mappa” per orientarsi nel dolore e nelle passioni.
- Formare educatori attenti alla dimensione emotiva.
- Proteggere l’intimità dall’invasività tecnologica.
Perché leggere “il libro delle emozioni”
Galimberti non offre ricette semplici, ma invita a un esercizio di consapevolezza: riconoscere che le emozioni non sono né merci né strumenti di performance, ma radici della nostra umanità. Per genitori, insegnanti e chiunque voglia ritrovare il proprio “spazio segreto”, questo saggio è una bussola essenziale.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.