C’è ancora domani, il film interpretato da Paola Cortellesi, non è solo una pellicola da vedere, ma un’esperienza emotiva profonda che lascia un segno. Racconta storie di donne, di violenza, di libertà e di lotta interiore, ma anche di uomini che si confrontano con un tema difficile e spesso evitato. È un film che tocca corde intime, facendo emergere riflessioni personali e collettive.
Un’esperienza condivisa: emozioni e reazioni diverse
Partecipare alla visione di C’è ancora domani in un gruppo di persone con vissuti diversi ha mostrato quanto questo film possa essere percepito in modi molteplici. C’è chi lo ha trovato lento e scontato, perché per alcune realtà la rappresentazione è normale, quasi scontata. Altri, invece, hanno provato rabbia e disagio, perché la storia raccontata non corrisponde alle loro aspettative di cambiamento o libertà.
Il film non offre facili soluzioni o fughe romantiche: la protagonista non scappa con l’uomo che ama, ma va semplicemente a votare, un gesto simbolico di partecipazione e speranza, anche se il dolore interiore resta. Questa scelta narrativa sottolinea la complessità della libertà e della lotta personale.
Il ruolo degli uomini: tra distanza, paura e consapevolezza
Un aspetto centrale emerso dalla discussione è il ruolo degli uomini di fronte al tema della violenza sulle donne. Alcuni si sentono distanti, spaventati o non coinvolti, come il padre che non si è sentito toccato dal film o il marito che ha evitato la visione per paura. Altri, invece, chiedono scusa per i comportamenti violenti di alcuni uomini, mostrando consapevolezza e responsabilità.
Particolarmente toccante è stata la testimonianza di un giovane uomo che ha condiviso la sua esperienza di violenza subita, spesso ignorata o negata. Il suo racconto ha aperto uno spazio di cura e accoglienza, evidenziando quanto sia importante affrontare anche le parti “impresentabili” di noi stessi per poter guarire.
C’è ancora domani: un invito alla riflessione e al cambiamento
Il film di Paola Cortellesi diventa così un’occasione per guardare dentro di noi, per riconoscere ferite personali e sociali, e per aprire un dialogo sincero su temi complessi come la violenza, la libertà e la responsabilità. Non è una storia di eroi o di vittorie facili, ma un racconto di resistenza, di dolore e di speranza.
In un mondo dove spesso si tende a evitare confronti difficili, C’è ancora domani ci ricorda che c’è sempre spazio per un domani migliore, per un cambiamento possibile, se solo abbiamo il coraggio di guardare la realtà con onestà e umanità.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.