Le radici del disturbo borderline: teoria e rappresentazione in “ragazze interrotte”
Il Disturbo borderline di personalità (DBP), fulcro della trama di Ragazze interrotte, è definito dal DSM-5 come una condizione caratterizzata da instabilità pervasiva nelle relazioni interpersonali, nell’autopercezione e nella regolazione emotiva. A differenza di altri disturbi psichiatrici, chi soffre di DBP vive una fusione disarmonica tra sé e ambiente, che si traduce in un’incapacità di gestire le emozioni senza scivolare in comportamenti impulsivi e disfunzionali.
Nel film, questa complessità emerge attraverso il personaggio di Susanna, che oscilla tra momenti di chiusura e gesti estremi, spesso dettati dall’impulsività. La narrazione restituisce con autenticità il caos interiore che accompagna il disturbo, mostrando la mancata separazione tra mondo interno ed esterno.
Come sottolinea Searles, questa difficoltà nel distinguere il sé dagli altri genera una sovrapposizione emotiva che rende arduo costruire relazioni sane e mantenere un equilibrio psicologico.
L’ambiente della clinica: specchio delle tensioni interne
La clinica psichiatrica, ambientazione principale del film, diventa uno spazio simbolico di confronto e frammentazione interiore. Ogni paziente che Susanna incontra rappresenta un frammento di sé, una proiezione delle sue paure, desideri e conflitti.
Lisa, interpretata da Angelina Jolie, è il contraltare di Susanna: figura potente e fragile, simbolo di ribellione e disorientamento. Il loro rapporto è centrale nella narrazione, poiché Lisa sfida Susanna a guardare oltre la superficie del proprio disagio, spingendola ad affrontare le parti più oscure della propria personalità.
Questo dualismo mette in luce come le relazioni possano essere sia fonte di crescita sia di ulteriore sofferenza per chi convive con il disturbo borderline.
Il cinema come veicolo di introspezione
Ragazze interrotte non si limita a raccontare una storia, ma immerge lo spettatore nella psiche complessa di chi vive con un disturbo mentale. La regia utilizza sapientemente il passaggio tra presente e flashback per trasportare il pubblico in una dimensione di frammentazione e ricostruzione continua.
Le immagini, spesso cupe e claustrofobiche, riflettono lo stato d’animo tormentato della protagonista, mentre i dialoghi offrono uno spaccato autentico della sua lotta interiore.
Il risultato è una narrazione che va oltre la semplice rappresentazione, trasformandosi in un’esperienza emotiva e riflessiva, capace di sensibilizzare e far comprendere la complessità del disturbo borderline.
Ragazze interrotte rappresenta un’importante opera cinematografica che esplora con profondità e sensibilità il disturbo borderline di personalità. Attraverso la storia di Susanna e dei personaggi che la circondano, il film offre una finestra sulla complessità emotiva e relazionale di chi convive con questa condizione, invitando lo spettatore a una riflessione empatica e consapevole.
Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.