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Joker: Folie à Deux – una prospettiva dalla stanza dello psicoterapeuta

Redazione
A distanza di cinque anni dal primo Joker di Joaquin Phoenix, esce Folie à Deux, l’atteso sequel diretto da Todd Phillips, dove al bizzarro protagonista si affianca la cattiva Harley Quinn, interpretata da Lady Gaga. L’intreccio tra i due personaggi è passionale, emotivo e soprattutto perverso. 

Folie à Deux non è solo un film su Gotham e i suoi personaggi oscuri. Vengono rappresentate profonde dinamiche psicologiche, i traumi, l’identità e la follia. 

Il tema preponderante è certamente la “folie à deux” nota come disturbo psicotico condiviso, coniato nel 19° secolo da Charles Lasègue e Jules Falret per descrivere una condizione nella quale un delirio viene condiviso tra due persone legate emotivamente.

Nel suo passato Arthur Fleck, alias Joker, viene rinchiuso nell’Arkham Asylum, in attesa di giudizio per i suoi crimini. Vediamo un uomo profondamente segnato dalle esperienze passate e da un quotidiano squallido, con una routine monotona e degradante. 

Questo porta alla sua profonda alienazione e alla dissociazione dalla realtà, dove la trasformazione in Joker potrebbe essere interpretata come la manifestazione estrema di un meccanismo di difesa, un tentativo disperato di creare un’identità alternativa per far fronte a un mondo che lo ha sempre rifiutato e ferito.

E come in ogni storia che si rispetti, avviene l’incontro della vita. Quello che porta alla luce il buio più gelosamente rinchiuso nella psiche. 

Harley non è semplicemente la spalla criminale di Joker 

Inizialmente presentata come la dottoressa Harleen Quinzel, una psichiatra di Arkham, viene sedotta dalla follia di Arthur, trasformandosi nella sua partner in crime. 

La sua discesa nella psicosi, illustrata dal film come un processo di “contagio”, evidenzia la natura insidiosa e potente della folie à deux. 

Il film la ritrae come una donna intrappolata tra la sua formazione razionale e l’attrazione magnetica per il caos incarnato da Joker, una dualità esaltata dal contrasto tra le melodie familiari del musical e l’oscurità della loro storia d’amore.

Facile riportare nella memoria la Dott.ssa Clarice Starling del Silenzio degli innocenti, alla prese con Hannibal Lecter.

Nella coppia Joker – Harley, la dinamica dominante è chiaramente sbilanciata: Joker, dalla personalità narcisistica e manipolatrice, rappresenta l’elemento “primario” che induce la psicosi in Harley, la parte “secondaria” più vulnerabile e incline alla dipendenza affettiva.

Sebbene il film utilizzi elementi del musical per raccontare la storia d’amore tra i due, la colonna sonora e le coreografie non vanno interpretate in chiave puramente estetica. 

La musica, in questo contesto, diventa un mezzo potente per esplorare la connessione emotiva e distorta tra i due protagonisti. L’uso di melodie familiari contrapposte all’oscurità della narrazione, amplifica il senso di disagio e di alienazione.

Folie à Deux non si limita a descrivere una storia di follia, ma offre spunti di riflessione sulla società che la circonda. 

Gotham City, dall’atmosfera cupa e degradata, diventa lo specchio di un sistema sociale in profonda crisi, incapace di prendersi cura dei suoi membri più fragili, contribuendo addirittura alla loro alienazione e al loro disagio mentale. 

In questo senso, la follia di Joker e Harley assume una dimensione collettiva, diventando metafora di una società sull’orlo del collasso.

Pur apprezzando l’originalità e la forza visiva del film, ritengo che la rappresentazione della folie à deux sia a tratti semplicistica, motivata da dovuti e doverosi espedienti narrativi.

Il processo di “contagio” psicologico è complesso, graduale e la separazione dei due individui, seppur dolorosa, è spesso l’unica soluzione per interrompere la spirale di delirio condiviso. 

Sarebbe stato interessante esplorare più a fondo le conseguenze individuali del disturbo, mostrando come la dipendenza da Joker impedisca ad Harley di proseguire nello sviluppo di una propria identità e autonomia. Lo vedremo nel prossimo episodio?!

Nonostante queste riserve, Joker: Folie à Deux è sicuramente un’opera stimolante, che attraverso la lente della malattia mentale, spinge a riflettere sulla società contemporanea, sulla solitudine, sulla ricerca di identità e sul potere seduttivo della follia.

Questo articolo ha puramente carattere divulgativo e non può/intende sostituirsi al consulto di un professionista della salute mentale.
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